Il nome USHAS deriva dall'induismo e significa la Dea dell'Aurora, si ispira al colore del vino, un moscato rosa, un vino dolce con una straordinaria concentrazione di aromi che ricordano i petali di rosa essiccati, le fragoline candite e le spezie orientali.
Per l’ultimo pomeriggio dell'anno 2022, circondata dalle fredde montagne dell'Alta Pusteria, ho abbinato questo raro vino dolce ad una crostata alla confettura di rosa canina con panna montata, direi una connessione decisamente vincente per passare le ultime ore dell'anno in completo rilassamento con un vino altoatesino.
Il vino passito è prodotto dalla Cantina Cortaccia (Kellerei Kurtatsch ), ci troviamo in alto Adige, una terra meravigliosa ed eterogenea dove possiamo trovare vigneti in fondovalle, in aspri pendii ed in quota oltre i 1000 metri, qui la qualità e la raffinatezza della produzione vinicola è altissima, soltanto 10 ettari sono coltivati a moscato rosa, questo perché è molto esigente e ha bisogno di parecchie cure.
E’ un vitigno a bacca rosa e soffre di colatura del fiore e di acinellatura, un’anomalia genetica che porta alla mancata fecondazione degli acini e per questo lo sviluppo e la maturazione del grappolo non è omogenea, però questo difetto, se così vogliamo chiamarlo, fa in modo che negli acini si concentrino tante sostanze zuccherine, per questo motivo è adatto alla vendemmia tardiva e all’appassimento per la produzione di rari vini dolci dai profumi e dai sapori incredibili. La produzione è molto limitata e infatti il vino è considerato molto prezioso. Fa parte della famiglia dei moscati, vitigni aromatici con profumi inebrianti e il loro nome deriva da muscum = muschio.
La sua storia è curiosa e affascinante, le origini sono siciliane e grazie al Principe Enrico di Campofranco, della famiglia dei Borbone, che si imparentò con gli Asburgo nel 1851, arrivò a Caldaro nel Sudtirol. Un vitigno decisamente agli antipodi, dalla Sicilia all’Alto Adige.
USHAS si presenta di bel rosso rubino con riflessi viola, è brillante, anzi luccicante. I suoi profumi incantano e ricordano la rosa selvatica essiccata, il fiore di malva, la confettura di rosa canina, il cioccolato alla cannella e le scorze d’arancia, non si smetterebbe mai di annusarlo. Al palato la sua dolcezza incanta, ma non è stucchevole perché ha una bella freschezza e una media struttura tannica, è setoso, morbido e avvolgente. Un vino estremamente elegante, che può essere abbinato a dolci tipici dell’Alto Adige oppure degustato solo, da soli, in silenzio, come fosse una pratica di meditazione.
La Cantina che produce questo vino si trova a Cortaccia in provincia di Bolzano, si chiama Cantina Cortaccia, in tedesco Kellerei Kurtatsch, è un esempio di eccellenza del territorio con vigneti che partono da 220 fino a 900 metri di altezza, tutti nello stesso Comune, questa è una particolarità unica della filosofia di questa Cantina, ogni vitigno trova il suo terroir e le condizioni ideali per la coltivazione a seconda della quota.
E’ una della più antiche cooperative vinicole della regione e ha una lunga tradizione. Nasce nel 1900 e attualmente ha 190 ettari di terreno e 190 soci, famiglie di piccoli produttori che insieme formano una grossa e forte squadra, tutti accumunati dall’amore della loro terra e delle loro tradizioni. Si descrivono come sinonimo di vini onesti pieni di carattere e il loro obiettivo finale è quello di portare in bottiglia il pieno potenziale dei loro vigneti unici. Da anni si stanno impegnando per avere un metodo di produzione naturale in un programma di sostenibilità completo, una sostenibilità che ovviamente deve partire dalla vigna fino ad arrivare al prodotto finito.
Spesso si associa la cantina sociale ad un livello di qualità non eccellente e in alcune regioni esiste un pregiudizio negativo nei confronti dei loro vini. In Alto Adige invece è tutto il contrario. È la Regione per eccellenza che si distingue per l’associazionismo tra vignaioli, le Kellereigenossenschaften (cantine sociali in italiano) sono esempi di alta qualità e nel corso dell’ultimo secolo sono aziende che hanno portato avanti ricerca e sostenibilità. Grazie a questo tipo di associazionismo molte piccole aziende di vignaioli, in zone quasi dimenticate e sperdute nelle montagne, hanno saputo mantenere alta l’agricoltura vinicola con coltivazioni esemplari.
I numeri raccontano di una Regione che ha circa 5.300 ettari di terreno vitato, però con un 95% di produzioni DOC, significa qualità. I loro vini rappresentano solo l’1% del territorio nazionale ma, rimane la regione con il maggior numero dei riconoscimenti nelle principali guide nazionali in relazione alla superficie vitata.
Il mio consiglio è di conoscere i loro meravigliosi vini e di perdersi nelle loro splendide vallate.
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