3-07
a cura di Laura Riolfatto
Valnogaredo è un piccolo ma affascinate borgo che si trova in una splendida vallata, circa 200 abitanti immersi tra vigneti, ulivi, mandorli, ginestre e cipressi.
Ci troviamo nei Colli Euganei in provincia di Padova, qui nel Monte Versa si trova l’Azienda che prende il nome del suo fondatore Marco Sambin. E’ un nuvoloso pomeriggio di fine settembre e il Prof. Marco mi riceve nei suoi spazi, ad accogliermi il suo splendido cane color miele.
Marco Sambin, oggi imprenditore agricolo e già professore ordinario di Psicologia all’Università di Padova, circa vent’anni fa decise di acquistare un terreno nelle colline euganee. Il lavoro di progettazione ha portato a compimento uno spazio polifunzionale composto da cantina, spazi dedicati alla degustazione, una cucina completamente attrezzata e una sala adatta a lezioni e conferenze, dove il Prof. Sambin nei weekend organizza incontri dedicati alla formazione di giovani psicoterapeuti. La posizione è splendida e si vede tutta la valle di Valnogaredo, mentre la sera si possono ammirare i tramonti dietro il Monte di Lozzo, riconoscibile per la sua forma vulcanica a cono. Marco si definisce uno sperimentalista, nella vita, nella professione e anche nella vigna. L’etica personale l’ha portato ad avere un pensiero ecosostenibile, dove l’attenzione e il rispetto per la natura e le persone sono le caratteristiche imprescindibili della cantina che oggi è certificata come biologica, ma segue le pratiche biodinamiche/naturali per la coltivazione della vigna e la produzione del vino.
Marco mi racconta della nascita dell’Azienda, in tutto 4 ettari vitati, dell’amore per queste colline e di quanto si stia impegnando personalmente, con fatica e deboli forze, a far risaltare i vini del territorio, per lui i rossi non hanno nulla da che invidiare con altri territori nazionali e internazionali. Ricordiamo solo che il suo taglio bordolese “Marcus” è un vino che ha ricevuto diversi riconoscimenti.
Ma io sto andando a caccia di garganega e il Prof. Marco produce ben quattro tipologie di vini in purezza, anche se il quinto è in cantiere, al momento a riposo, tra due anni metterà in commercio il suo primo spumante metodo classico in purezza.
Ma partiamo dall’inizio: l’idea era di produrre un bianco caratteristico, aveva una costa di terreno esposta verso sud a 40°, con belle pietre bianche, ricche di calcare e silice, zona con clima tipicamente mediterraneo. Ha cercato di piantare il vermentino ma il progetto è fallito. Quindi l’esigenza di sostituire il vermentino con un vitigno autoctono l’ha portato a piantare la garganega. Per lui questo vitigno rappresenta la flessibilità e la multiformità, caratteristica che pochi altri vitigni hanno, si passa a produzioni che sono agli antipodi, da spumanti metodo classico fino alla produzione di vini dolci e passiti.
La prima produzione è stata una “garganega con le bollicine”, pensata come vino polemico, una vaga opposizione al prosecco imperante. All’inizio veniva vinificato in rosso, con lieviti indigeni e senza aggiunta di solforosa, mi racconta che il risultato era un vino selvaggio, troppo forte, coraggioso, puzzava e bisognava aspettare un po' perché uscissero i profumi. La seconda produzione puzzava meno, ma il sapore era quello tipico dello zolfo, lo ricordano come un vino che sapeva di fiammifero, davvero curioso ma decisamente difficile. Ora Martha, la loro garganega con una leggera effervescenza, viene vinificata in bianco, con una breve macerazione sulle bucce che dura 3 giorni e una lenta presa di spuma di circa 6 mesi, è un vino con toni dorati e profumi avvolgenti di ginestra, agrumi canditi, salvia e note di lieviti, è un vino sapido e persistente, elegante e avvolgente.
L’altra garganega di punta è Psyche, un vino che ha fortemente voluto il Prof. Marco. Nasce dalla voglia di sperimentare e, dopo un lungo confronto con un produttore spagnolo specializzato in macerazione, decide di provare la strada della lunga macerazione, 7 mesi di riposo a contatto con le bucce in anfore di gres. Ne esce un vino intenso, ricco, dal colore oro antico, con profumi intensi di fieno, erbe selvatiche, ginestre, incenso, salvia e cedro candito. Sembra quasi uno sherry secco, sapido e con una lunga persistenza. Un vino ottimo da abbinare a formaggi stagionati o di capra, io l’ho provato con una tartare di salmone con hummus di ceci, accompagnate da una crema di avocado. Un abbinamento che mi ha entusiasmato, perfettamente in equilibrio con l’aromaticità del cibo e del vino.
La raffinatezza e la pulizia olfattiva della garganega la possiamo trovare in Sarah, un vino che possiamo definire di estrema eleganza. La fermentazione e l’affinamento avviene in tonneau e barrique e il vino acquista profumi intensi di agrumi e frutta gialla, glicine e salvia.Un vino fresco, sapido, intenso e fine, con una spiccata personalità. L’ho provato con un risottino alla capasanta e anche questo abbinamento l’ho trovato in sintonia, la cremosità e la tendenza dolce del risotto ben contrastava con la freschezza e la sapidità del vino.
Martha, Psyche e Sarah, 3 nomi femminili, tutti scelti personalmente dal Prof. Marco che mi racconta come rappresentino le donne della sua famiglia, ma c’è anche Helena, un vino dolce passito con intensi profumi di frutta tropicale, al palato intenso e persistente, con decisi sapori di albicocca, mango disidratato, caramello e zenzero.
Chissà il quinto vino a base di garganega a chi sarà dedicato, non ci resta che aspettare e poi provare il lancio dello spumante metodo classico, così, come mi raccontava il Prof. Marco, ci sarà la completa produzione multiforme di questo vitigno, tanto caro e prodigioso anche nelle splendide colline euganee.
|||||||||||||||||||||||||