Poco conosciuti e spesso poco apprezzati dagli appassionati di vino, i vitigni PIWI, chiamati anche sperimentali, mi hanno sempre affascinata e la mia più grossa curiosità è capire perché alcuni produttori scelgono di allevarli e produrre vini decisamente anticonformisti.
Ho voluto conoscere Thomas Niedermayr, giovane e vulcanico imprenditore altoatesino, che produce vini naturali ottenuti solo da vitigni PIWI. Per lui il vino naturale è una logica conseguenza alla vinificazione biologica, la certificazione bio deve essere il primo passo per proseguire verso una completa sostenibilità, intesa in maniera molto semplice, rispettare la natura, i sui tempi, i suoi ritmi e avere tanta biodiversità in vigna. Altresì i vitigni PIWI per lui rappresentano un modo sano di porsi verso la terra, il territorio e il consumatore finale. Permettono una notevole riduzione, se non completa, dei trattamenti fitosanitari perché sono resistenti ad alcuni agenti patogeni, consentono una riduzione dei costi di gestione e sono resistenti ai cambiamenti climatici perché riescono ad adattarsi a condizioni estreme e a crescere in zone impervie. Una vera scommessa per il rispetto dell'ambiente viticolo, agricolo e umano.
L'azienda di Thomas si trova a San Michele di Appiano sulla strada del vino, in provincia di Bolzano, da oltre 25 anni è certificata biologica e da oltre 30 anni vinificano solo varietà di vitigni PIWI. La famiglia Niedermayr ha avuto un visione pionieristica e da sempre produce vini con uno stile inconfondibile che definirei anticonformisti.
Ho provato ad abbinare il Solaris 14, dell'annata 2017, con un piatto altoatesino rivisitato, gnocchi di pane raffermo con ricotta di capra e spinaci, conditi con burro fuso, salvia, noci e spinacino.
È una ricetta della tradizione, molto semplice, il pane raffermo l’ho ammollato con il latte di capra, strizzato con un canovaccio di lino, l'ho impastato con gli spinaci e la ricotta fresca formando delle palline di media misura. Questi gnocchi li ho fatti bollire per 2 minuti in acqua salata e poi li ho saltati in padella con burro fuso, salvia, noci e foglie di spinacino fresco. Un abbinamento audace per i 14° gradi e la morbidezza del Solaris, ma nel complesso l’ho trovato gradevole, la cremosità e l’aromaticità degli gnocchi alla fine si sono ben bilanciati con la freschezza e la sapidità del vino. Il Solaris mi ha stupita per la vivacità del colore, un giallo paglierino concentrato, e per i profumi intensi e caldi, di frutta gialla matura, di nocciola e nespola, un forte ricordo di frutta autunnale e di ananas, ma nel complesso la freschezza è riuscita a bilanciare e a non rendere il vino troppo pesante. Al palato caldo, morbido e cremoso, con una buona persistenza e con un finale di fruttata aromaticità. È una tipologia di vino che non degusto abitualmente e credo sia necessario studiarlo da più punti di vista, nel complesso mi piace pensarlo come inconsueto, ossia un vino che normalmente non pensiamo di abbinare a tavola. La sperimentazione si sa che da un lato è sempre eccitante, ma ahimè necessita di prove continue.
L’acronimo PIWI deriva dalla lingua tedesca Pilzwiderstandsfähig, che significa viti resistenti ai funghi. I vitigni PIWI hanno un'elevata resistenza alle malattie fungine e quindi consentono una significativa riduzione dell'uso di pesticidi e di sostanze sintetiche nel vigneto, sono robusti, forti e rispetto alle piante di vite tradizionali resistono bene a organismi patogeni.
Le prime ricerche e i primi incroci di impollinazione artificiale sono stati fatti in Francia a fine ‘800 e poi si sono diffusi in Europa, nello specifico in Germania. L’obiettivo originario di queste ricerche era finalizzato a incrociare varietà di vite da vino europee con varietà di vite americane, trovando un equilibrio tra le due e cercando di combinare la resistenza delle varietà americane con la qualità organolettica dei vitigni europei.
Un limite di questi vitigni è l'aspetto legislativo, infatti non possono rientrare nella produzione di vini a denominazione, per intenderci DOC e DOCG. In Italia abbiamo 36 varietà iscritte nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite, per un totale di 640 ettari dedicati, il Veneto è la regione con più ettari vitati, seguita da Friuli Venezia Giulia, Trentino, Alto Adige, Emilia-Romagna e Lombardia.
Il vitigno Solaris nasce nel 1975 da Norbert Becker presso l'Istituto di Ricerca di Friburgo. In Italia è stato iscritto al Registro Nazionale nel 2013 ed è possibile vinificare questo vitigno solamente con la denominazione IGT. Al momento viene allevato in Trentino, in Alto Adige, in Veneto e in Lombardia.
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Tenuta Hof Gandberg – Thomas Niedermayr |
San Michele di Appiano sulla strada del vino, Bolzano