Enologa Borgo Stajnbech | con i moscardini veneziani
Un vino e un messaggio sull’equità di genere
L’Enologø a
Una ø che viene barrata e accantonata a beneficio di una a.
Non è un’opera concettuale, anche se nel gesto di sottrazione e sparizione di una vocale potremmo aprire un dibattito filosofico, ma è il nome di un progetto nato dalla giovane enologa Rebecca Valent, che firma il suo vino dando il giusto peso alle parole, perché come racconta l’etichetta, anche ogni singola lettera conta.
L’Enologa è un vino che vuole dare un messaggio sull’equità di genere, per andare oltre i pregiudizi, gli stereotipi e gli ottusi schemi che continuano ad influenzare negativamente i diritti della donna.
Un'Edizione limitata di 2.500 bottiglie numerate a mano, dove ogni numero e ogni bottiglia aperta sono pensate per dare un valore e un’ascesa verso l’equità … io ho scelto la numero 1.800.
Non è per niente un vino autoreferenziale, è stato pensato, voluto, scelto, ed è carico di significanti.
Enologa è il sostantivo femminile di Enologo, apparentemente può sembrare solo un termine, o un gioco di ridondanza, ma invece firmare un vino al femminile è un segno forte, ricco di contenuto e di spessore.
L'Enologa è un vino piacevole, delicato ed elegante, ma allo stesso tempo tenace e coinvolgente come la stessa Rebecca, che ho incontrato per una chiacchierata e una degustazione al Borgo Stajnbech, in un caldo pomeriggio di fine agosto.
Rebecca Valent, giovane enologa di 28 anni, progetta e firma il suo primo vino nell’azienda di famiglia Borgo Stajnbech e scegli 2 vitigni a cui è particolarmente legata e che per lei rispecchiano il territorio: il Tocai Frriulano e lo Chardonnay, il primo autoctono e il secondo internazionale.
Borgo Stajnbech da tre generazioni continua un lavoro di valorizzazione e tutela del territorio, tramite la produzione di vini particolarmente di pregio che continuano a mantenere uno stile legato alla terra di origine. Si trova a Belfiore di Pramaggiore, nel cuore della Lison dog, denominazione nata nel 2011 a tutela e valorizzazione del vitigno Tocai Friulano, una denominazione giovane e interregionale, che comprende le province di Venezia, Treviso e Pordenone. Borgo Stajnbech si trova proprio nel cuore del veneto orientale, vicino al borgo romano di Lison, territorio di pianura con abbondanza di suoli argillosi e di caranto, terreni unici e ricchi di carbonato di calcio e argille con caratteristiche ben marcate, che favoriscono la produzione di vini ricchi di note minerali, di aromaticità, di sapidità e con una struttura importante.
L'Enologa di Borgo Stajnbech è un blend di uve bianche, 60% Tocai Friulano e 40% Chardonnay (di cui un 20% in affinamento in barrique di rovere francese), la prima produzione nel 2021 con la prima edizione uscita ad Aprile 2023. È un vino che ho trovato particolarmente piacevole e fresco, mi ha ricordato al naso un mazzo di fiori di Lisianthus, simbolo di grazia ed eleganza come questo vino, ma anche di glicine, un profumo che richiama alla memoria il Tocai Friulano. Spiccate le note fruttate che richiamano l'ananas e la papaya a ricordarci lo Chardonnay e il suo passaggio in legno, mentre al palato, oltre alla freschezza e alla sapidità, è forte il richiamo alla morbidezza, è un vino semplice, ma che riesce ad avvolgere pienamente.
Settembre è mese di vendemmie, ma anche di riapertura della pesca a Venezia e ho fortemente voluto abbinare a questo vino i moscardini, tipici molluschi cefalopodi dell'adriatico, simili e più piccolini del polpo, che a settembre si trovano bolliti come rituale cicchetto nei bacari veneziani, ossia le tipiche Osterie. I veri cicchetti, quelli della tradizione e che stanno ahimè scomparendo, sono quasi tutti a base di pesce bollito e conditi con olio, limone e prezzemolo: latti di seppia (uova di seppia), canoce (canocchie), gamberoni e folpetti (i bellissimi moscardini).
La modalità di cottura è semplice, ho fatto bollire i moscardini per 15 minuti in acqua con sedano e alloro, inserendo nella pentola prima i tentacoli per farli arricciare e poi tutto il corpo. Li ho conditi semplicemente con olio extra vergine di oliva, basilico, pepe nero e scorza di limone grattugiata ... un piatto semplice, ma estremamente delicato, la carne è simile a quella del polpo, ma meno gommosa, più pregiata e più dolce. Ho trovato la connessione dei moscardini con l'Enologa in perfetta armonia di sapori e profumi, un classico abbinamento della tradizione lagunare per iniziare il mese settembre, lasciandoci alle spalle la solare estate.
L'Enologa alla fine ci ricorda che anche una bottiglia di vino può lanciare un messaggio importante, in questo caso per la valorizzazione del lavoro delle donne. Con la speranza che ogni strappatura sia di buon auspicio e che ognuno di noi possa contribuire al miglioramento in generale di questa condizione, vi consiglio di degustare questo vino ad edizione limitata e di abbinarlo ad un antipasto di pesce della tradizione veneziana.